agnosticismo e adozione
Come si scrive male un pensiero❓Cercando di addentrarsi in un tema serio, rischiando di urtare sensibilità senza volerlo, senza caratteri.
Tanti enti ed associazioni utilizzano un tono informativo deprivando il tema dell’adozione da una sorta di silenzioso contesto in cui buona parte di chi vi accede ha un profondo legame con la fede.
La legislazione prevede che possano avviare il percorso adottivo le coppie sposate da almeno 3 anni (poi i criteri li vediamo meglio).
Questo implica che le coppie abbiano potuto scegliere di contrarre matrimonio, non un’unione civile, un matrimonio [per capire il contesto all’interno del quale la scelta possa avvenire].
Come si concilia l’essere agnostici con il percorso adottivo❓
In maniera molto naturale.
Intanto repetita iuvant: essere agnostici non vuol dire non aver compreso il senso della spiritualità.
La spiritualità ha a che vedere con il sentirsi connessi con la vita, non necessariamente con un credo.
Siamo agnostici❓ Si, entrambi.
Abbiamo idee e contenuti che speriamo di poter trasmettere nella vita: il valore del dubbio e della ricerca, la comprensione dell’incertezza…
In tutto questo vediamo analogie con quello che il percorso richiede: avere un rapporto sufficientemente buono con i dubbi e le incertezze, essere in pratica a proprio agio nell’ignoto…
Di base sarebbe tutto più semplice se si rispettasse il prossimo a prescindere dall’adesione o meno ad un credo.
Ulteriore step: se c’è questo forte legame tra fede e sociale è perché la chiesa si è presa carico di sostenere progetti di assistenzialismo colmando quello spazio in cui non c’era nessuno (a fronte di proselitismo, ma l’ha fatto) e poteva permettersi di farlo.
Abbiamo dovuto attendere affinché organizzazioni di tipo diverso riuscissero ad affermarsi a livello sociale.
Ed ora questa pluralità è bella.
Meno bias per tutti❗ È meglio, no?